venerdì 10 marzo 2017

RECORD LABELS YOU MUST KNOW: Taxi Driver Records


Benvenuti ad un nuovo appuntamento con Record Labels You Must Know, la rubrica che vi fa conoscere tutti i personaggi che rendono vitale il nostro underground da dietro le quinte. Ospite di questa puntata è Massimo Perasso (aka Maso), fondatore e gestore di Taxi Driver Records.

Quando è nata l’etichetta e con che scopi?

L'etichetta è nata assieme al negozio di dischi, nel 2009. Il primo obiettivo era quello di dare un motivo alla scena genovese di andare oltre al suonare nei locali cittadini. La prima opportunità arrivò con i Crtvtr che cercavano etichette per coprodurre il loro primo EP. Posso dirti che ai tempi non sapevamo niente su cosa volesse dire avere una label e abbiamo imparato pian pianino, in realtà stiamo imparando ancora adesso. Poco dopo arrivò l'esordio dei Gandhi's Gunn (gli attuali Isaak): qualche mese prima avevo iniziato a suonare con loro e ci sembrò la cosa più naturale far uscire Thirtyeahs in vinile per Taxi Driver. Fu il primo “successo” : le 300 copie del disco andarono esaurite dopo qualche mese e stampammo anche il CD. Poi arrivarono una manciata di dischi di rilevanza “locale” ma molto validi (Christopher Walken, Antea, Lilium) e un paio di anni fa i primi tentativi di collaborare anche con band di altre città (Satori Junk, Jussipussi, Krownn, Psychedelic Witchcraft). Purtroppo per avere un disco nelle mani, fatto con criterio e passione, passa anche un anno, quindi nel mentre ci teniamo vivi con un sacco di coproduzioni. Il mondo delle coproduzioni è vitale e interessante e ci mantiene vivo uno spirito hardcore che ci rappresenta molto e lascia le band autogestirsi il disco in completa libertà.

Le vostre tre uscite fondamentali.

Siamo affezionati a tutte, passiamo mesi e mesi ad ascoltare il materiale che pubblichiamo e, probabilmente siamo i più grandi fan di quello che mandiamo in stampa. Dico “Black Magic Man” di Psychedelic Witchcraft che ha avuto due ristampe entrambe esaurite. Per essere un EP di quattro canzoni è perfetto: innocente e appassionato, ambizioso e grezzo. Ci senti la voce di una ragazza in cameretta che sogna di spiriti, magie, messe nere e film horror della Hammer. Poi non posso non citare “La Stanza Di Swedenborg” dei Vanessa Van Basten che è un disco che influenzato tutti i musicisti genovesi e che abbiamo avuto l'onore di stampare in vinile per la prima volta dieci anni dopo la pubblicazione. E' un disco che mescola post rock e industrial, visioni cinematografiche weird, psichedelia e con parecchie sfumature oscure. La nostra stampa in vinile è lussuosa: confezione gatefold, vinile colorato, audio rimasterizzato. Come se avessimo ristampato i Pink Floyd: per noi i Vanessa Van Basten sono anche meglio! Infine ti cito il primo degli Eremite,che ha fatto tornare la voglia a tanta gente di fare dischi. “Dragonarius” è stato suonato interamente da Fabio Cuomo ed è un disco che sembra solo ad orecchie distratte un monolite di pesantezza unica. In realtà all'interno racchiude tutto il metal estremo degli ultimi 20 anni. Non lo dico solo perchè l'ho pubblicato ma penso realmente sia uno dei dischi più belli usciti in Italia in ambito estremo. Se l'avessero fatto i Conan gli avrebbero dato un Grammy e le copertine di tutte le riviste metal.

CD o vinile?

Entrambi. Il CD per le band che fanno tanti live e vinile per dischi più da cameretta. In generale preferiamo investire sul vinile ma per vari motivi oggi è molto difficile produrli. Molte uscite preventivate per l'anno scorso sono slittate di parecchi mesi: è un momento buono per l'attenzione mediatica ma negativo per l'alto numero di uscite, spesso mediocri. Gli stampatori spesso stampano in modo scadente e approssimativo, soprattutto quando si tratta di piccole tirature. Quindi ci dobbiamo armare di pazienza e aspettare. Ma tanto un bel disco non scade mai.

Come scegliete gli artisti del vostro roster?

Molti sono amici, alcuni lo sono diventati. Di altri ci piaceva il disco ma non ci conoscevamo di persona. Attualmente preferiamo lavorare con progetti del “nostro giro”: non per un discorso “mafioso” ma perchè è più facile capirsi, confrontarsi e stabilire obiettivi comuni. I vari progetti di Fabio Cuomo per esempio. Lui ha pubblicato con noi i dischi di Eremite, Mope e il disco a suo nome. In generale vogliamo lavorare con artisti che creano connessioni. Marco Paddeu dei Demetra Sine Die e Sepulcrum con il suo progetto Morgengruss in cui suona anche Enrico dei Dead Elephant e Sara dei Mope. Se prendi in mano dei dischi Taxi Driver scoprirai quasi sempre una connessione con un altro. Enrico Cerrato che contemporaneamente lavora con Infection Code, Petrolio, Gabbiainferno e Moksa. Joel Gilardini con il suo The Land Of The Snow, registrato da Eraldo Bernocchi vede come ospite il batterista dei Morkobot. Un disco non è un file mp3 : è un mondo.

Una band che vi piacerebbe avere con voi.

I Melvins.

Un’etichetta “rivale” che ammirate e rispettate.

Southern Lord e Sub Pop. In Italia Vincebus Eruptum, Bloodrock, Dio Drone, Toten Schwan, Supernatural Cat. Etichette che lavorano con passione e competenza. Tutte quelle con cui abbiamo fatto almeno una coproduzione (e sono tantissime). Non ci piace chi ragiona più per vendere che per fare qualcosa di bello ma capisco che avere un'etichetta sia un lavoro costoso e a fine mese bisogna pagare le bollette.

Cosa bolle in pentola?

Un po' di dischi che dovevano uscire l'anno scorso (Bells Of Ramon, GabbiaInferno, Mock The Mankind) che per vari motivi hanno accumulato ritardi cosmici! Il nuovo CD degli Humulus, l'esordio degli UT, band noise rock genovese, il secondo disco dei Mope, doom strumentale con sassofono al posto della voce, l'esordio dei Cambrian (doom strumentale con chitarre hawaiane), nuovo materiale di Fabio Cuomo, lo split fra Temple Of Deimos e Dandy Brown. E un sacco di coproduzioni che sono un ottimo modo per mantenere la label vitale!!

Cosa ha portato alla scelta del nome?

Taxi Driver deriva dal film di Scorsese con protagonista De Niro . Il nome ce lo portiamo dietro dal 2000 quando naque la webzine omonima e rappresenta molto bene il nostro carattere tormentato.

Considerazioni sul mercato italiano

Non esiste. Almeno quello heavy underground sbilenco di cui ci occupiamo. Le band dovrebbero metterselo in testa e iniziare a girare per l'Europa: devono cercare il pubblico data dopo data. Dovrebbero chiudere Facebook e suonare di più!

L’aneddoto dalla vita da label da raccontare alle cene tra amici

Il 95% dei dischi che vendiamo li spediamo all'estero.
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