venerdì 12 febbraio 2016

KIND: Rocket Science (Review)

STONER ROCK
Credo che qualunque amante navigato nello stoner ad un certo punto della sua vita di ascoltatore trovi abbastanza difficile riprovare le emozioni delle prime volte che si è approcciato al genere: indipendentemente dal fatto che a farlo innamorare siano stati mostri sacri come Kyuss, Monster Magnet, Fu Manchu, Karma to Burn o Atomic Bitchwax, generalmente è molto più semplice all'inizio riuscire ad appassionarsi anche a band non esattamente eccezionali, prima di sviluppare una certa criticità che lo rendono più esigente e non più accontentabile dalla solita sequela di riff riciclata dalle band di cui sopra.
Fortunatamente poi ci sono le eccezioni, quelle nuove band la cui bravura riesce ancora a farti desiderare di essere ad un generator party nel deserto della California. Ok, magari i Kind non sono esattamente musicisti di primo pelo, militandoci Matt Couto degli Elder alla batteria, Darryl Shepard (Black Pyramid) alla chitarra e soprattutto l'ottimo Craig Riggs degli sfortunati Roadsaw alla voce, con Tom Corino (Rozamov) a completare la formazione al basso. Una specie di supergruppo insomma, con la caratteristica particolare di includere tutti musicisti dell'area di Boston. Viene da sè che prendendo questi quattro elementi e mettendoli in un scantinato a fare ciò che preferiscono fare sarà difficile che il tutto si concluda in musica pessima.
Il bello di Rocket Science è che riesce perfettamente a farteli immaginare assieme in sala prove a divertirsi come pazzi suonando per puro piacere, senza pretese di creare chissà quale opera arzigogolata, ma solo dell'ottimo e rocciosissimo stoner, magari con una birretta e una cannetta ogni tanto.
Inutile aspettare momenti introspettivi in quest'album (magari giusto la conclusiva The Angry Undertaker), solo solidissimi riff hard blues accompagnati da una delle migliori batteria della scena e da una voce che andrebbe fatta ascoltare ad ogni band stoner che la ritiene un elemento secondario per il proprio sound. Otto brani che scorrono lisci come un ottimo liquore, nessun riempitivo e la bellezza di ascoltarlo tutto d'un fiato per scovare il proprio brano preferito (il mio è Grogan). Incornicia tutto la bellissima copertina di Alexander Von Wieding. Da ascoltare per innamorarsi ancora una volta.


TRACKLIST
  1. German for Lucy
  2. Fast Number One
  3. Rabbit Astronaut
  4. Hordeolum
  5. Pastrami Blaster
  6. Siberia
  7. Grogan
  8. The Angry Undertaker
INFO
ANNO: 205
LABEL: Ripple Music
WEB: Facebook


KIND: HORDEOLUM

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