lunedì 11 gennaio 2016

WITCHCRAFT: Nucleus (Review)

DOOM - RETRO ROCK
Soffia un vento gelido, un vento che brucia i pensieri come carta su un incendio e miete le sue vittime gettandole in pasto al saccheggio dell’anima. Soffia un vento antico, che parte da lontano, da molto lontano, che porta con se il profumo e la tradizione dei posti che ha lambito, delle storie che ha aiutato a scrivere, delle persone che ha deflorato. Soffia un vento che sa chiamare a se gli spiriti del cielo, che sa gettare nella mischia tutta la sua visionaria e prorompente forza, soffia un vento magico, portato dalle fredde terre del nord, portato dalla storia di una band fuori da ogni logica temporale, libera da ogni catena che il destino ha cercato di attaccare al cuore del suo cammino, il vento che soffia è intorno a voi e si chiama Witchcraft.
Magnus Pelander è un’artista sensibile, schivo, scevro da inutili giri di parole, la sua carriera parla chiaro, sia il cammino griffato dalla band madre, sia il suo percorso solista - intimamente ancorati ad una visione ancestrale della musica - hanno profondamente segnato il suo modo di esprimere la sua arte. Non ama dare giudizi su se stesso, Magnus ama c
he la gente interpreti il suo lascito, che la sua musica possa scaturire emozioni e reazioni indipendentemente dal giudizio finale, che come afferma lui stesso non è altro che un opinione e non una sentenza inalienabile.
La musica scorre copiosa nelle ossa di Magnus, anima tormentata della sua creatura, attorno a lui infatti cambiano gli interpreti – Tobias Anger al basso e Rage Widerberg alla batteria - ma la qualità del suo operato rimane la medesima, che sia una forma barocca di occult rock, che siano prorompenti sentenze doom, istrioniche pratiche retro rock velate di blues o fiammeggianti esplosioni heavy. 
La sua voce - quì ancora più emozionante - sa essere ricca di pathos o carica di rabbia di pari passo alle sue canzoni, che per una volta assumono contorni più lineari ma non per questo meno avvincenti. 
Nucleus, è il miglior album mai scritto dai Witchcraft e ve lo dico senza alcuna remora, sontuoso (la titletrack), elegante (Breakdown), quadrato (The Obsessed), malinconico (Helpless) e dove le graffianti melodie medievali di un tempo fanno capolino sporadicamente – vedi l’eleganza folk di Outcast, primo singolo estratto - e dove la lezione impartita da Sabbath e Pentagram si fa molto più marcata che in passato – le stupende Theory of Consequences e An Exorcism of Doubt ne sono un esempio - ma dove anche le nuove influenze vengono inglobate naturalmente all’interno di un sound dalla maturità eccelsa, l’incipit arpeggiato dell’opener Maelstrom e la seconda parte dello stesso pezzo sembrano essere usciti da una band NWOBHM degli anni 80. 
A differenza del buon Legend – che aveva conunque suscitato più di qualche mugugno per il cambiamento di stile improvvisso e marcato da parte dei nostri rispetto al suo passato – quì i Witchcraft fanno quel passo a metà strada fra il vecchio corso ed il nuovo, prendendo il meglio da entrambi, riuscendo a incastrare quell’anello di congiunzione che mancava proprio al suo predecessore ed arrivando al centro di quel nucleo dove si nasconde l’anima dannata di Magnus e dove il nostro prima d’ora non aveva mai osato entrare. 
Non vi resta quindi che lasciarvi andare al vento, perchè il vento diverrà tempesta, una tempesta che non sentirete arrivare, ma che vi rincorrerà sin dentro le lenzuola per fare l’amore con la vostra ragione, non opponete resistenza, lasciatelo entrare come farebbe un torrido peccato in cerca di un attimo di tregua, lasciatelo passare, perchè non c’è vittoria contro l’ineluttabile asperità del vento e i Witchcraft sono quì ancora una volta per ricordarcelo. 

TRACKLIST:

01. Maelstrom
02. Theory of Consequence
03. The Outcast
04. Nucleus
05. An Exorcism of Doubt
06. The Obsessed
07. To Trascend Bitterness
08. Helpless
09. Breackdown
10. Chasing Rainbows


INFO:
ANNO:2016
SITO WEB: Witchcraft



Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...