mercoledì 29 luglio 2015

AA.VV. - Electric Ladyland [Redux] (Review)

HEAVY PSYCH/STONER
Come avevamo preannunciato nella recensione di The Best of James Marshall Hendrix, ecco la compilation dell'anno, sempre a firma Magnetic Eye Records, risultato ottenuto grazie ad una pletora di nomi di tutti rispetto (tre a caso: Earthless, Wo Fat ed Elder), ad una riuscitissima collaborazione con altre etichette e ad uno degli album più belli della storia della musica.
Progetto non esente da rischi rifare interamente Electric Ladyland affidando ogni brano di questo capolavoro ad una band differente, ma, fortunatamente, è uno di quei casi in cui il risultato è superiore alla somma degli addendi.
Così, dopo una tenebrosa introduzione a marchio Elephant Tree, gli Open Hand (band a me finora sconosciuta, ma è anche questo il bello delle compilation) iniziano ad attirarci nel vortice con una morbida versione di Have You Ever Been (to Electric Ladyland). La Crosstown Traffic dei Superchief è puro blues ruspante, complice il ruvido tono del cantante Haldor Von Hammer, mentre gli All Them Witches, non certo noti al pubblico per il dono della sintesi, sono semplicemente perfetti per la dilatatissima Voodoo Chile; dopo il brano a mio parere meno riuscito dell'album (Little Miss Strange degli Origami Horses), Heavy Eyes e Earthless regalano due autentiche perle con le loro roventi interpretazioni di Long Hot Summer Night/Come On (Let the Good Times Roll). Avevamo già apprezzato la Gypsy Eyes dei Wo Fat in versione estesa nella precedente compilation, i Mos Generator di Tony Reed si dimostrano invece ancora una volta come uno tra gli interpreti più autentici del momento per quanto riguarda certe sonorità seventies. I Gozu si divertono ad espandere Rainy Day, Dream Away e il suono della chitarra dei Summoner su 1983 (...a Mermaid I Should Turn to Be) è fonte di autentici brividi di piacere. Dopo il breve intermezzo drone di Claymation, i Mothership deludono un po' le aspettative con un rifacimento poco ispirato di Still Raining, Still Dreaming; King Buffalo e Tunga Moln portano il risultato a casa senza troppi sforzi. Chi invece non si accontenta di seguire le orme del maestro sono quei fuoriclasse degli Elder, che realizzano una Voodoo Child (Slight Return) in cui è pienamente avvertibile il tocco dei tre di Boston, che hanno finemente modellato la materia prima contaminandola con il loro personalissimo stile.
Una compilation che rende perfettamente giustizia al lavoro di Hendrix, grazie all'autentica passione profusa da tutte le persone (musicisti e non) coinvolte nella sua realizzazione. Destinata ad occupare un posto d'onore nella discografia di ogni appassionato di heavy psych che si rispetti.


TRACKLIST
  1. Elephant Tree - ...and the Gods Made Love
  2. Open Hand - Have You Ever Been (to Electric Ladyland)
  3. Superchief - Crosstown Traffic
  4. All Them Witches - Voodoo Chile
  5. Origami Horses - Little Miss Strange
  6. The Heavy Eyes - Long Hot Summer Night
  7. Earthless - Come On (Let the Good Times Roll)
  8. Wo Fat - Gypsy Eyes
  9. Mos Generator - Burning the Midnight Lamp
  10. Gozu - Rainy Day, Dream Away
  11. Summoner - 1983... (a Merman I Should Turn to Be)
  12. Claymation - Moon, Turn the Tides... Gently, Gently Away
  13. Mothership - Still Raining, Still Dreaming
  14. King Buffalo - House Burning Down
  15. Tunga Moln - All Along the Watchtower
  16. Elder - Voodoo Child (Slight Return)
INFO
ANNO: 2015
LABEL: Magnetic Eye Records
WEB: Website


ALL THEM WITCHES - VOODOO CHILE

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