martedì 14 aprile 2015

SATORI JUNK: Paura e Delirio a Milano...Intervista con i Satori Junk

Quest'oggi abbiamo il piacere di avere ospite in webzine, una band di cui vi abbiamo parlato spesso negli ultimi mesi. Autori di un promettente debut album che merita davvero un'ascolto...Milanesi d'origine ma già stimati anche ben oltre la penisola, caratterizzati da una prestante autoironia e da parecchia genuinità... 
Non vi sveleremo altro invitandovi a leggere qua di seguito, ecco a voi i Satori Junk



Ciao ragazzi! Benarrivati in webzine, come primo quesito partiamo dalle vostre origini, credo sia doveroso fare qualche passo indietro nel tempo per conoscervi a fondo...
Come vi siete formati in quanto band?

Chris: Ciao! Il progetto Satori Junk nasce nella primavera del 2012. Qualche mese prima scrissi un annuncio su un sito internet, nella speranza di trovare altre persone disposte a dar vita ad una band stoner/doom. Il primo che rispose fu proprio Lorenzo, che a sua volta era già in contatto con Giacomo, il nostro primo batterista. All’inizio non avevamo nulla in mano, nemmeno un singolo riff: ci trovavamo in sala, creando i brani sul momento, improvvisando, suonando lo stesso riff ininterrottamente per decine di minuti. Restavamo comunque una band strumentale: nessuno di noi voleva prendersi la briga di cantare. Fu così che decidemmo di reclutare un’altra conoscenza di Lorenzo: Luke.
Fin dal primo momento la nostra intenzione è stata quella di far musica senza pretese, suonavamo con chiunque, dovunque ce ne fosse l’occasione, senza preoccuparci se quello facevamo potesse piacere o meno. 

Hai un ricordo in particolare da svelarci riguardante i vostri primi passi?
Chris: Una volta suonammo ad una festa di quartiere, con Entics come headliner. Un terreno decisamente ostile visto il nostro sound. Suonammo per trenta minuti e lasciammo il palco per fiondarci verso le birre, ovviamente non ci trovammo davanti un pubblico molto recettivo… ma vedere una ragazzina passare davanti alle casse tappandosi le orecchie per il troppo rumore ci ha fatto capire che forse eravamo sulla strada giusta!
La prima recensione che ho letto su di voi proviene dai nostri amici di Perkele.it ed il disco in questione era Doomsday anno 2013 , si parla di un disco onesto, dagli spunti interessanti e si prevede un futuro roseo per voi; 
Direi che non si è sbagliato di molto colui che l'ha scritta, cosa è cambiato in questi due anni, cosa vi ha spinto a proseguire il vostro cammino e a migliorare come band?
Chris: Ti confesso che non riesco a pensare a Doomsday come ad un vero e proprio “disco”. Lo registrammo in due giorni, dopo solo quattro mesi di prove. L’idea era di avere in mano una specie di carta d’identità della band, qualcosa che potesse far capire alle persone cosa avrebbero ascoltato in un live. Sarebbe servito anche a noi per ascoltarci dall’esterno e farci un’idea di quelle che potevano essere le difficoltà di una registrazione seria.
La nostra fortuna fu quella di osare un pochino pubblicandolo su bandcamp. Dopo pochi giorni Antonio mi contattò e ci propose una recensione. Ero piuttosto incredulo, ma ancora adesso lo ringrazio per la sua fiducia. Quello è stato il primo passo. Da lì a breve iniziammo a condividere il palco con band più affini alla nostra scena, riscontrando sempre un ottimo feedback. E’ ovvio che quanto ti trovi in una situazione del genere senti l’impulso di andare avanti. Siamo stati molto fortunati.

Uno dei vostri punti forti e vi rende a parer mio beneamati da chi vi segue è anche l'umiltà che trasmettete, un romano direbbe "de noi altri" una filosofia quasi stradaiola (e birraiola) vi contraddistingue, forse dico una cazzata ma si può parlare di attitudine stoner? 
vi fate le canne in sala prove vero?
Chris: HAHAHAHHAH! Non solo in sala prove! Forse l’umiltà che si percepisce è dovuta al fatto che nessuno di noi ha la pretesa di essere davvero un musicista. Siamo piuttosto quattro cazzoni a cui piace far casino. Quando saliamo sul palco ci portiamo dietro tutto, le nostre ansie, le nostre paure... tutto! C’è gente che ha questa capacità di staccare il cervello quando si tratta di suonare davanti ad un pubblico, noi non siamo così. In questi casi è sempre meglio affidarsi all’istinto: mi piace pensare che quando si mettono in campo le emozioni è come suonare con uno strumento in più. Non so se questo voglia dire abbracciare la “filosofia stoner”, ma se la gente si mette a fare headbanging mentre noi suoniamo in stato di alterazione, allora va tutto bene!
Lory: Partiamo dal presupposto che io preferisco il whiskey! La nostra filosofia come band si rifà più all'’ignoranza’: non abbiamo mai fatto né composto niente a tavolino o ragionando, facciamo tutto in sala prove, suonando. I nostri strumenti sono prolungamenti di noi stessi e le canzoni che vengono fuori sono inequivocabilmente parte di noi. Se arriva questo alla gente vuol dire che abbiamo centrato il bersaglio!
Il 2015 è partito in quarta, siete entrati in casa Taxi Driver che ha pubblicato il vostro album d'esordio dall'ononimo titolo Satori Junk, com'è nata la collaborazione con la records Genovese?
Chris: Ho conosciuto Maso nel 2012 durante il Solo Macello. Solo due anni dopo parlai con lui dei Satori Junk, a registrazioni ultimate. Mi chiese di fargli ascoltare qualcosa ed una volta terminato il master, gli passai tutto il materiale. Dopo qualche giorno mi rispose: “Si può fare!”. Così è nata la nostra collaborazione con Taxi Driver.

Parlateci un pò di questa nuova uscita,dei vostri testi, di come avete assemblato l'intero album ed ovviamente dell'artwork…
Chris: Abbiamo registrato l’album con l’idea che avrebbe potuto essere anche l’ultimo. Non ci siamo posti il minimo problema su quella che avrebbe potuto essere la durata del prodotto finito. Se dovessi rubare una definizione dal mondo del poker, direi che abbiamo tentato l’All-In.
Mentre alcuni brani erano già collaudati, T.T.D. per esempio, è stata scritta neanche un mese prima delle registrazioni e suonata dal vivo solo il giorno prima di partire per Bologna per registrare. Queen Ant Jam è venuta fuori per caso: stavamo come al solito jammando in sala prove, quando all’improvviso esplodono questi dieci minuti di delirio. Finito di suonare, usciamo dalla stanza per prendere un po’ di fiato e ci troviamo davanti ad un’intera colonia di formiche proprio davanti alla porta della sala: avevamo trovato il titolo del brano!

Per le registrazioni ed il mixaggio ci siamo affidati ad Enrico Baraldi. Lavorare con lui è stato grandioso! E’ molto attento e preciso, riesce a capire che cosa una band vuole ottenere dal mixing ancor prima che glielo si dica. Merito di Enrico è stato anche quello di suggerirci James Plotkin per il mastering, una vera ciliegina sulla torta che non credevamo possibile. Forse l’unica nota dolente delle registrazioni è il fatto che siamo entrati in studio consapevoli che Giacomo avrebbe da lì a poco lasciato la band per motivi personali.

Dietro l’artwork si nasconde il genio di Roberto Borsi, il mio tatuatore da ormai cinque anni. Per realizzare il disegno ha voluto ascoltarsi l’album per intero e quello che è stato disegnato è frutto dell’ispirazione di quel preciso momento.

Luke: I testi sono story telling, più o meno inquietanti, dove creo i personaggi e spesso li uccido; il mio preferito è Lord of the Pigs, che parla di un guardiano dei maiali in inghilterra nell’epoca feudale, che con un magico filtro ottenuto da una vecchia strega, fa uno scambio di corpi con il feudatario della zona e successivamente lo affoga con la faccia nella merda dei maiali. Ci sono anche canzoni come Shamaniac, ovvero il risultato di quando bevi troppo vino e ascolti i Pink Floyd con davanti un foglio e in mano una penna, per la maggior parte i racconti sono storie acide, o incubi non ancora rielaborati dal cervello, o anche urla di ribellione contro il sistema ma mai trattati in modo esplicito, sempre mascherati dietro a metafore e storie irrealistiche. Tutti i testi li scrivo io… lo so ho dei forti problemi!

La musica la componiamo in modo del tutto naturale: Uniamo riff molto semplicemente, o almeno a noi sembra semplice. Le grafiche dell’album le ho fatte partendo dal presupposto che il cd esprimesse un concetto fine a se stesso: “Musica Droga”.

Un ridondante debutto...
Inoltre poco tempo fa assieme ad altrettante interessanti band Italiane avete aperto il concerto dei Greenleaf, com'è stata la serata? emozionante?
Chris: Eh si, è stata una data emozionante: il palco del lo-fi mette sempre una certa agitazione. Il pubblico è quello delle grandi occasioni. Era anche la festa per il lancio dell’album, di sicuro c’è stata parecchia attenzione nei nostri confronti. All’inzio ero un po’ teso, ma è stato facile lasciarsi andare ed il tempo a nostra disposizione è letteralmente volato via.

Com'è suonare dal vivo per i Satori Junk? Cosa volete comunicare e trasmettere a chi sta oltre al palco?
Chris: Per me suonare è una valvola di sfogo, un’esigenza fisica. Non potrei farne a meno. Quando sei sul palco è come se all’improvviso iniziassi a dialogare con ogni singola persona che ti sta davanti. Più il pubblico è partecipe, più noi restituiamo queste sensazioni sotto forma di musica. Non è mai un flusso a senso unico e credo che questo sia la prima cosa che si percepisce durante una performance live.

Lory: Suonare dal vivo per noi è soprattutto divertente! Quando siamo sul palco ci divertiamo come bambini in una sala giochi, e questo è quello che vogliamo trasmettere al pubblico. Siamo solo quattro cazzoni che hanno avuto la fortuna di poter fare quello che gli piace!
Max: Dal palco vedi solo tante teste pronte a muoversi a ritmo di “Ignorance and Fuzz”, quando devi dare il primo colpo di piatti o rullante per cominciare il primo brano sono tutti lì in attesa… adrenalina… ma poi ecco che parte il groove. I Satori Junk scapocciano, il pubblico scapoccia, ed è lì che mi rendo conto che ho la fortuna di suonare in una band che sprigiona potenza ed energia, capace di comunicare il suo intento al pubblico, ma soprattutto mi rendo conto di suonare in una band di amici, divenuta una seconda famiglia!

Luke: Dal palco percepisco la tensione di tutti, lo stress lo trasformiamo in “eustress”, diventa carica ed il gruppo funziona per quello.
Non nascondente le vostre influenze e personali devozioni verso gruppi come Electric Wizard, Sleep o Cathedral ... i BIG insomma, avete anche altre influenze nelle vostre sonorità?
Chris: credo di dovere molto agli anni 70, se non altro per la grande creatività di quel periodo e l’attitudine di certi musicisti. Se dovessi scegliere una band che mi ha particolarmente influenzato con le sue sonorità, senza la quale forse non avremmo mai optato per l’uso dei sintetizzatori, direi di sicuro i Tangerine Dream.

Luke: Personalmente amo inserire riff e sonorità differenti dallo stoner e dal doom per rendere più particolare il sound, ad esempio mi ispiro molto al rock psichedelico anni 70, all’elettronica retro e alla sub.

E' molto interessante l'uso del Theremin;
Luke quando hai cominciato a suonarlo? rivolgendomi personalmente ad ognuno di voi, quando avete deciso di iniziare a suonare i vostri rispettivi strumenti? avete dei musicisti che venerate, da cui traete ispirazione?
Luke: In realtà ho iniziato a suonarlo da pochi mesi con i Satori Junk. E’ uno strumento stupendo che sa essere acido, ambientale, horror e sci-fi allo stesso tempo, ho iniziato a suonare da molto piccolo aiutato da mia madre, insegnante di chitarra classica, e al momento mi diletto a suonare in tutto 5 strumenti (tastiera, chitarra, basso, ukulele, flauti), adoro i suoni elettronici e mi diverto parecchio a cantare. Personalmente sono un devoto di Bobby Liebling (…e dei Pentagram in generale!). Musicalmente sono molto ispirato al rock psichedelico in particolare al Vox Continental di Ray Manzarek (per me idolo indiscusso da sempre).

Chris: a 16 anni ho cominciato a suonare la chitarra elettrica. Non sono mai stato un grande studente, suonare brani di altre persone mi ha sempre creato difficoltà: mi divertivo più a scrivere materiale nuovo. Non riesco a farmi un’idea di quante persone mi abbiano impressionato col loro modo di suonare, ma se dovessi sceglierne qualcuna direi: Chris Hannah (Propagandhi), Ihsahn (Emperor), Michael Akerfeldt (Opeth) ed ovviamente Tony Iommi, Geezer Butler e Bill Ward! (ovviamente!)

Lory:  Io ho iniziato a suonare nel dicembre 2009 quando mi hanno regalato il mio primo basso (un Peavey Zodiac ex che ancora suono)! Io ascolto veramente di tutto ma tra i musicisti che venero ho sicuramente Fabrizio De André (che considero un mio maestro di vita) per il suo modo unico e sincero di parlare dei più deboli e degli emarginati. Io poi amo gli Anal Cunt! Loro hanno quell'attitudine da “Faccio schifo e se non ti piace vai a fare in culo!” che adoro! Tra gli altri ci sono i Weedeater, gli Sleep, Chopin e Tool. Invece tra i musicisti da cui traggo ispirazione c'è in primis Geezer Butler: il 90% dei miei giri di basso sono ispirati al suo modo di suonare.

Max : La mia prima batteria, l’ho avuta in regalo dai miei genitori a 15 anni: una Hipercussion che ancora oggi è viva… Grazie a mio padre, già dall’infanzia, ascoltavo hard rock anni 70 e seguivo su pentole e bicchieri il groove del batterista senza che nessuno me l’avesse insegnato, fino a scoprire la mia “vocazione”. In adolescenza mi sono avvicinato al metal estremo, death e grind, ma anche al funeral doom: unire a questi ritmi lenti un approccio più anni 70 è stata la combo perfetta.

Grazie mille per la vostra disponibilità e per la pazienza, ci auguriamo di avervi al più presto nuovamente ospiti qua da noi, prima di chiudere l'ultima domanda come da tradizione...Avete qualche anticipazione da darci relative ai vostri progetti futuri per i prossimi mesi? cosa vi aspettate dall'avvenire?

Chris: spero tanto che con l’uscita dell’album si riesca ad organizzare qualche bella trasferta entro fine anno, le recensioni dall’estero sono ottime, oltre ogni mia aspettativa. Sarebbe un peccato restare chiusi tra le mura di casa. Per quello che riguarda le uscite future, al momento abbiamo circa mezz’ora di materiale per un EP che vorremmo registrare appena possibile. Non staremo certo con le mani in mano.
Grazie a voi… Doom on!

INFO: 

LINE-UP:
Luke: Voce, Synth
Chris: Chitarra
Lorenzo: Basso
Max: Batteria
SATORI JUNK: Facebook - Bandcamp

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