giovedì 5 febbraio 2015

TOUNDRA: IV (Review)

POST ROCK/METAL
Il Post Rock è un genere spinoso: il confine che separa la noia dall'assoluta bellezza del non detto è quanto mai in questo campo assolutamente soggettivo ed il viaggio in solitaria sperimentato da ogni ascoltatore rende estremamente complicato spiegare perché un dato disco ci fa battere il cuore mentre un altro ci lascia del tutto indifferenti, se non proprio infastiditi. Sarà perciò tutt'altro che facile spiegarvi perché mi sono innamorato dei Toundra.
Spagnoli, attivi ormai dal 2008, appartengono alla schiera di quelle band che quando penso che in Italia non se li fila nessuno mi incazzo da solo come un caimano. Conosciuti con il loro terzo disco (intitolato solo III, perché non amano perdersi in chiacchiere), rilasciato in download gratuito come del resto i primi due (sono anche paladini della musica libera!), mi hanno talmente convinto dal ritrovarmi a proporli ad ogni amico, con reazioni spesso meno entusiastiche delle mie.
Incurante dell'altrui parere, ho perciò atteso con ansia il loro quarto album (IV, ovviamente), a quanto pare costruito intorno al concept di una coppia di volpi in fuga da una foresta in fiamme.
Al suggestivo avvio di Strelka un sorrisone ha cominciato a dipingersi sul mio volto, ascoltando la morbidezza iniziale cedere pian piano al furore delle chitarre di Esteban Giron e di Macon, alzando il volume per godermi appieno la nuova magia realizzata dai miei beniamini. Qarcom sono nove e passa minuti di puro godimento in cui la batteria di Alex Perez regala dei passaggi così raffinati da dare i brividi, mentre Lluvia sembra essere dominata dall'influenza dei Mogwai più stramboidi, intermezzo comunque altamente suggestivo che precede purtroppo uno dei brani meno convincenti della tracklist, Belenos. Le chitarre acustiche combinate in maniera sopraffina con aperture orchestrali di arci e fiati di Viesca sono in assoluto uno dei punti migliori del disco, roba da far venire il magone. Kitsune è l'altro brano che non convince appieno, ma fortunatamente basta attendere la fine del breve intermezzo MRWING per poter tornare a bearsi con gli splendidi saliescendi di Oro Rojo.
Nel caso non vi avessi ancora convinto a concedergli un ascolto, immaginate una perfetta combinazione tra le migliori parti aggressive dei Pelican, le morbide melodie figlie degli Archive e le maestose aperture dei Caspian. Se qualcuno poi se ne innamorerà al punto di voler partire in pellegrinaggio da qualche parte per vederli in azione sul palco, non esitate a contattarmi.



TRACKLIST
  1. Strelka
  2. Qarqom
  3. Lluvia
  4. Belenos
  5. Viesca
  6. Kitsune
  7. MRWING
  8. Oro Rojo


INFO
ANNO: 2015
LABEL: Superball Music
WEB: Facebook


TOUNDRA: ORO ROJO


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