giovedì 9 ottobre 2014

WOODWALL: Intervista, inoltrandoci nell'impero dei boschi


WoodWall bentornati su Doommabbestia Webzine! Ci siamo conosciuti grazie al vostro debut album "WoodEmpire", di cui abbiamo avuto il piacere di recensirne i pezzi. Ringraziandovi in anticipo per questa intervista. Iniziamo con la classica domanda d'apertura per presentarvi a chi ancora non vi conosce...

chi siete?
"Grazie a voi, i WoodWall sono rispettivamente Pietro (batteria), Massimo (Basso), Matteo (Chitarra) e da un po’ di tempo a questa parte anche l’oscura presenza di Marco Barsanti al mixer che tiene a bada i nostri volumi e i nostri live. Veniamo dalla Lunigiana in provincia di Massa Carrara, spezzone di terra incastonato tra Liguria, Toscana ed Emilia Romagna."


Soffermandoci già da subito su WoodEmpire, cosa potete raccontarci a riguardo? Come lo avete composto? Il Disco è curato nei minimi dettagli, dal mixaggio a cura di Enrico Baraldi all'artwork creato da View From The Coffin, un progetto ben fatto, raccontateci un pò...

"WoodEmpire possiamo dire che ha avuto un periodo di gestazione molto lungo, proviamo e suoniamo insieme ormai da molto tempo e due anni fa decidemmo di creare autonomamente questo disco che racchiudeva un po’ tante idee, riff e svarioni costruiti nel tempo. Abbiamo registrato l’album nel nostro piccolo studio in circa un’anno e mezzo, alcuni pezzi sono stati arrangiati piu’ volte in quel periodo sia per tutti i problemi legati al fatto di registare un disco senza una produzione professionale, totalmente DIY e sia per il fatto che nel trascorrere del tempo trovavamo nuovi riff e nuove forme ai pezzi stessi. Sul disco i synth furono curati da Matteo con l’aiuto di Paolo Cipolla subentrato per un breve periodo, frutto di una costante ricerca e sperimentazione, ragione per cui tutt’ora chi ha avuto modo di sentirci live si puo’ accorgere che i pezzi vengono suonati in un modo diverso e forse con maggior impatto rispetto all’Album. Enrico ci ha dato una grande mano con WoodEmpire, sostenendoci fin da subito e interessandosi in modo professionale al mixaggio di quello che poi era stato prodotto in una piccola casa in mezzo alle montagne con pochi mezzi.  Raul di View From the Coffin ha realizzato in seguito l’artowork azzeccando in pieno lo spirito di quella produzione trasportando su disegno quello che poi è il Concept dell “Impero dei Boschi”."



In WoodEmpire si percepisce un forte senso di armonia e continuità, c'è qualcosa che vi lega in particolare tra di voi? Vi accomunano le stesse influenze musicali?

"Noi tre suoniamo insieme praticamente da quando eravamo poco piu’ che diciottenni, percio’ abbiamo sempre seguito piu’ o meno le solite influenze musicali, questo sicuramente ha inciso molto sulla composizione dei pezzi e sicuramente ne ha giovato nel tempo l’affiatamento sul palco. In tutti questi anni abbiamo registrato e pubblicato alcune piccole demo e piccole produzioni, ma solo da un paio d’anni abbiamo deciso di racchiudere tutto il nostro operato come WoodWall in quello che ne è derivato."

Tra l'album dei ricordi vantante di aver condiviso il palco con gruppi come Belzebong e Kylesa. Avete qualche aneddoto simpatico o ricordo da poterci raccontare? Parlando dei vostri live in generale, ce n'è qualcuno che ricordate con singolar piacere?
"Negli anni abbiamo condiviso il palco inoltre anche con Bol&Snah (Motorpsycho), Year of no Light, Ufomammut, Mars red Sky( con cui abbiamo mantenuto ottimi rapporti e siamo stati ospiti da loro a Bordeaux mesi fa), Isaak , Los Natas e altri. Aneddotti ce ne sono stati parecchi ovviamente, ricordando poco tempo fa i Belzebong con cui suonammo a Prato ,oltre a portarci in dono la LUKSUSOWA, tipica bevanda polacca dalla dubbia bonta’ (almeno per i nostri gusti), hanno reso quella serata ricca di “aneddoti” ovviamente legati al tema portante di quella serata :-D."


Come si vive in Toscana ed in Italia in generale da band emergente? Non pensate che nonostante la qualità che un gruppo possa offrire, noi Italiani tendiamo a guardare fuori dalla penisola?

"Chi ha la possiblita’ di poter guardare fuori dalla penisola sicuramente ne trae giovamento, almeno per quello che puo’ valere dalla nostra esperienza, in Toscana come in altre molte zone d’Italia secondo noi c’è un po’ un problema di utenza piu’ che altro, poca gente che ascolta generi che derivano dallo Stoner o affini, tant’è che ne risente tutto a livello generale, non esistono delle vere e proprie scene in Italia o per lo meno in modo sporadico come si puo’ trovare qua e la per il nostro paese, anche se forse ultimamente la situazione sta lentamente cambiando anche da noi (grazie anche all’aiuto di tante ottime band italiane nate negli ultimi anni), rimane il fatto che in europa sicuramente esistono realta’ molto piu’ seguite e solide dove molta piu’ gente esplora e supporta anche proposte emergenti lontane dai soliti nomi noti, cosa che qui da noi forse fatica ancora un po’ a ingranare."


Matteo,t tu quest'anno hai avviato una nuova label, la Smoking Goat Records, un progetto molto interessante ma anche una scelta azzardata. Ti va di parlarcene? Come ti è venuta in mente l'idea di avviare un'etichetta?

"L’idea di The Smoking Goat è nata principalmente e banalmente da un esigenza artistica e dalla passione prima per l’Home Recording e poi il lavoro in studio. Con The Smoking Goat, vorrei riuscire innanzitutto a promuovere e produrre quello che faccio e faremo come band, in uno studio che è ancora in fase di allestimento e promuovere anche altre realta’ italiane e non, dove penso che abbiano del potenziale. Non penso che possa essere una scelta azzardata, alla fine ci sono poche realta’ in giro sparse per il nostro paese che trattano questi generi come produzione ed etichette e forse anche grazie a questa scelta posso contribuire anch’io con questo progetto a ingrandire la scena e spargere il verbo, nel mio piccolo anche grazie a gli altri Woodwall e altre persone che ci aiutano e seguono da tempo."

Quasi parallelamente emergono gli Orion, di cui fa parte Matteo. In autunno uscirà "Builders of Cosmos". Per ora ci accontentiamo del brano promo rilasciato, da rimanere a bocca aperta per la vastità di influenze e suoni. Una vera potenza! Ci puoi anticipare qualcosa?
"Orion è un progetto nato dall’Idea di Pietro Virgilio e Andrea Ricci e Richard Silvaggio, rispettivamente gia’impegnati in passato con PEAWEES, MEXICAN MUD e ARMY of ANGRY YOUTH,l’idea era nata semplicemente con la passione da parte di tutti e quattro per lo StonerRock e il Desert Rock da cui dopo un anno abbiamo partorito sei tracce che andranno a comporre “Builders of Cosmos”. Oltre alla promo posso dire che le tracce che comporranno l’album svariano molto fra i vari sottogeneri, rimanendo sempre e comunque con un attitudine Heavy.

Con tutti questi "lavori in corso" come orgnizzate il vostro tempo, tra vita privata, prove, trasferte?
Generalmente riusciamo, nonostante il nostro lavoro e altri vari impegni oltre la musica, a districarci bene tra prove, live e tour è solo una questione di organizzazione."

Arriviamo all'ultima domanda e la poniamo personalmente ad ognuno di voi...Vi viene offerta la possibilità di collaborare con un musicista tra i leggendari,i nomi grossi,gli inarrivabili tanto per intenderci meglio...chi scegliereste?

Mat: Dylan Carlson
Massi: Scott Reeder
Pie: Chris Cornell


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