martedì 26 novembre 2013

ISAAK: Un' intervista con la barba!

E' innegabile che questa band sia una delle più talentuose nel panorama stoner/doom che abbiamo nel bel paese, quindi, non potevamo evitare di scambiare quattro chiacchiere con loro e toglierci qualche curiosità!

Ciao ragazzi, prima di tutto complimenti per tutto quello che state facendo! Partiamo col chiedervi com’è nata la band e da quanto tempo vi conoscete e suonate insieme?
Ciao Ragazzi!! Grazie a voi per lo spazio concesso!! La band nasce come Gandhi's Gunn più di 5 anni fa. La sezione ritmica era completamente diversa e con questa formazione è nato il primo album Thirtyeahs e le conseguenti date di supporto. Con l'uscita di Thirtyeahs c'è stato il primo cambio di formazione con il mio (Maso) ingresso al basso e le prime date più importanti di supporto a formazioni blasonate (Atomic Bitchwax, Acid King, Church Of Misery, Los Natas). Thirtyeahs fu inizialmente prodotto dalla mia etichetta Taxi Driver esclusivamente in vinile ma dopo qualche mese lo abbiamo stampato anche in CD e cassetta. Attualmente è disponibile solo in CD a causa dell'esaurimento degli altri due formati. Con l'ingresso di Andrea alla batteria abbiamo cementato il nostro sound e pubblicato “The Longer The Beard, The Harder The Sound” sempre per Taxi Driver. Poco dopo l'uscita arriva il contatto con Small Stone e il cambio nome.

Il background musicale di una band è fondamentale, quali ritenete siano i gruppi che vi hanno avvicinato a questo genere e a quali vi siete maggiormente ispirati per la vostra musica? 
La lista è infinita. Siamo tutti e quattro divoratori di musica pur venendo da quattro background differenti. Le origini dei Gandhi's Gunn vedono la band muoversi in un genere affine a Orange Goblin, Corrosion Of Conformity, Kyuss, Fu Manchu, Clutch, ovvero i grandi classici. Ma col tempo le influenze si sono ampliate arrivando a lambire confini inaspettati: Melvins, Torche, Big Business, Baroness, Kylesa, Sleep, Red Fang sono attualmente il nostro paragone più diretto. Ma se usciamo dal genere possiamo citarti parecchio metal, hardcore, post/rock/metal. Avendo un negozio di dischi [Taxi Driver] e un programma radio specializzato [Fruit Of The Doom, su gazzarra.org] e occupandomi della webzine Taxi Driver da più di 13 anni non si può certo dire gli input non arrivino costantemente. 

In questo momento quale album gira a nastro nelle vostre macchine?
In tour è una lotta continua: Scazzi (chitarra) ascolterebbe solo Carcass, Giacomo (voce) è decisamente più orientato al classic rock (Pink Floyd, Springsteen, Tom Waits, Mark Lanegan), mentre Andrea (batteria) è più da post rock. Però se parliamo di ascolti solitari in macchina io ho tre scelte: Sleep, Runaways e Ooze (ottima band sludge di Trieste con cui abbiamo condiviso il palco). La band che mette d'accordo tutti sono i Torche. Qualsiasi disco.

Siete entrati a far parte del roster della Small Stone del grande Scott Hamilton, come ci siete riusciti? Avete qualche aneddoto da raccontarci? 
Avendo un etichetta gestita direttamente da un membro del gruppo non avevamo lo stress di cercarne un'altra. Negli anni abbiamo avuto approcci con altre label ma nessuna si è rivelata interessante o interessata. Per noi era importante avere le libertà della autogestione ma era chiaro che come Taxi Driver avevamo dei limiti. Dopo aver pubblicato “The Longer The Beard, The Harder The Sound” abbiamo spedito il disco a varie etichette ma si è aperto fin da subito un canale con Small Stone che in breve tempo ci ha proposto di ristamparlo in versione “deluxe” (bonus tracks, remix, remastering e nuove grafiche). Non ci sono anedotti particolari: è stato tutto piuttosto lineare e senza intoppi o righe piccole. Abbiamo un contratto per un altri due di dischi con Small Stone, poi chissà.

Dopo l’approdo a Small Stone è arrivato anche il cambio di nome da Gandhi’s Gunn ad Isaak, quali sono i motivi di questa scelta? 
Come detto prima il contratto con Small Stone ci dava l'opportunità di rivedere noi stessi in versione “deluxe”. Aggiungi che la formazione e l'approccio musicale è totalmente cambiato rispetto alle origini, quindi il nome Gandhi's Gunn ci suonava sempre più male e lontano da noi. Poi tutti sbagliavano a scrivere Gandhi. O si dimenticavano la doppia “n” di Gunn. Quando abbiamo scoperto che negli Stati Uniti c'è un'altra band chiamata Gandhi's Gun abbiamo deciso definitivamente di cambiare anche il nome. Da qui nascono gli ISAAK.

Queste novità (nuovo nome e nuova etichetta) hanno portato cambiamenti a livello di notorietà e vita nella band? Riuscite facilmente a gestire l’impegno nella musica e la vita quotidiana?
In Italia non siamo famosi come i Cani, i Zen Circus o il Teatro degli Orrori. Ma all'estero nessuno conosce queste band ma conoscono noi, quindi la cosa non ci disturba! Scherzi a parte dal cambio nome le cose sono cambiate ma muovendoci nell'underground nessuno attualmente vive di Isaak. Io come ho già detto ho un negozio di dischi , gli altri hanno lavori più tradizionali e fanno i sacrifici per poter suonare in giro e portare la musica degli Isaak ovunque sia possibile. Firmare per un'etichetta storica non vuol dire diventare “famosi”, ma diciamo che apre porte che prima non sospettavamo neanche ci fossero!

Siete da poco tornati da un tour che vi ha visto toccare Francia e Spagna, quali sono le principali differenze che avete trovato tra il pubblico Italiano e quello straniero, se ce ne sono?
Fra Francia e Italia non abbiamo visto molte differenze: le situazioni un po' al limite sono state più o meno le stesse. Mentre in Spagna abbiamo ricevuto un calore mai visto. Ma all'estero c'è una grossa differenza con noi: i concerti vengono seguiti fin dal gruppo di apertura. Pensate che allo Stoner Fest di Madrid il gruppo di apertura (alle 18) aveva quasi lo stesso pubblico dell'headliner. E si parla di centinaia di persone. La musica in Italia tante volte sembra che venga vissuta come un peso e c'è poco entusiasmo e curiosità. Siamo ottenebrati dalla mancanza di informazioni che ci arrivano dai media tradizionali e non riusciamo a filtrare tutto quello che ci arriva dal web. Difficilmente una band come la nostra (e come tutte quelle del nostro genere) riescono a trovare un canale per aumentare i propri ascoltatori. Non ci sono riviste, radio o televisioni specializzate per incuriosire il giovane appassionato come accadeva negli anni 90 con VideoMusic per esempio. Se ai tempi di capitava di vedere un concerto dei Kyuss di pomeriggio poteva cambiarti la vita per sempre. E se il giorno dopo magari vedevi la Rollins Band o gli Helmet che cosa facevi? Ora quante occasioni simili abbiamo? Avremo internet ma se lo usiamo solo per pensare alle cospirazioni o per usare i social in maniera non sociale possiamo anche staccare i collegamenti e tornare a vivere analogici.

Possiamo aspettarci una vostra partecipazione a qualche festival Europeo nel 2014? 
Chissà. Per scaramanzia meglio non dire niente.

Avete in previsione un tour anche negli USA?
Prima o poi è nostra intenzione andarci. Ma prima abbiamo da “conquistare” l'Europa. Il nostro primo approccio estero è stato convincente quindi speriamo al più presto di suonare in Germania, Inghilterra e paesi Scandinavi.

Normalmente si parla sempre dei vostri concerti ma qual è l’ultimo live a cui avete assistito da spettatori?
Gli ultimi sono stati Dead Meadow e Baroness, a distanza di pochi giorni l'uno dall'altro. In un anno ne vediamo tantissimi. A Genova c'è un piccolo club chiamato Checkmate che tutte le settimane fa suonare gruppi underground molto interessanti. Anni fa ne curavo parte della programmazione ora mi limito ad essere uno spettatore curioso o un dj particolare che mette anche due volte Dopesmoker in una sera! Amiamo anche i concerti che organizzano i nostri amici di Solo Macello (che ci danno una mano con le grafiche) e in Italia preferiamo seguire queste piccole realtà piuttosto che spendere decine di euro per vedere i Muse o andare a qualche mediocre festival.

La scena stoner in Italia è in grossa e continua evoluzione, come vedete la situazione attuale e pensate che possa ulteriormente espandersi nello stivale? 
E' pieno di grandi band e alcune stanno ottenendo dei buoni riscontri all'estero. Non c'è bisogno di ricordare Ufomammut (Neurot) o The Secret (anche se non stoner escono per Southern Lord). In Italia poi ci sono etichette che si danno da fare (Go Down, Supernatural Cat, Heavy Psych Sound, Vincebus Eruptum) così come una marea di ottime band (Manthra Dei, Ooze, Glory Owl, Zippo, Black Rainbows...). Con la mia etichetta Taxi Driver ho fatto conoscere la scena cittadina con Eremite, Lilium, Christopher Walken, 2Novembre. A breve pubblicherò gli energici Bells Of Ramon. La situazione pratica è però spesso mortificante. La difficoltà di ascoltare queste band e la nostra esterofilia ci condanna a un destino di piccoli numeri. Bisognerebbe prendere esempio dalla Germania in cui si vendono dischi, si va ai concerti, ci sono etichette importanti e c'è un sistema mediatico molto più efficiente. Il mercato musicale è un mercato e va trattato in quanto tale: parlando di soldi. Se non ne girano questo mercato non sarà mai vitale. Ma sinceramente non mi interessa cambiare la nazione di Checco Zalone. Lamentarsi non serve, bisogna essere attivi. Se l'italiano medio ricomincerà ad appassionarsi al rock, capirà che il metal non sono più solo gli Iron Maiden, magari va a farsi qualche concerto all'estero (Roadburn, Hellfest, Desert Fest, Primavera, Assymetry) capirà che siamo rimasti fermi alle cover band di Ligabue in un mondo che ha fatto passi da gigante. Invece è più facile pensare che il rock sia morto, che non esce più niente di interessante da 15 anni. Nel mentre ho il negozio pieno di dischi di importazione meravigliosi che il mondo incensa e che si godono in pochi. Solo mettendoci in linea con il resto del mondo possiamo farci sentire e non rendere vani anni di sforzi.

Pensate che la qualità della scena italiana stia finalmente riuscendo ad essere considerata ed apprezzata anche all’estero? 
L'Italia è sempre stata interessantissima musicalmente e gli ascoltatori esteri lo sanno bene. Dal prog (Osanna, Banco, PFM, Goblin, Le Orme, Area...) alle colonne sonore (Morricone, Umiliani, Frizzi, Tempera, Micalizzi...) gli anni 70 sono nel cuore di tutto il mondo. Negli anni 80 non possiamo non citare la scena hardcore con Negazione, Raw Power, Indigesti, Nerorgasmo, Crash Box. L'Italia ha sempre esportato ottima musica, ovviamente in proporzione al mercato mondiale, quindi si parla sempre di piccoli numeri. Un qualsiasi amante dello stoner e del doom conosce i Death SS o il lavoro di Paul Chain. Walter del Roadburn sogna gli Abysmal Grief per il suo festival. O pensate al culto intorno agli Jacula. Il Doom italiano viene visto con un'aura di mistero e fascino e funziona esattamente come un film di Fulci o Argento. La scena attuale avrà tempo per svilupparsi e chissà se in futuro si parlerà di italo stoner anni 10: ma prima servono i dischi di culto !

Non ci resta che chiedervi notizie sul prossimo album, a che punto della sua stesura siete e quando è prevista la sua uscita? 
Quest'estate eravamo nel pieno della pre produzione del disco nella nostra sala prove studio, che condividiamo con i nostri amici Zero Reset ma ad Agosto siamo stati derubati di quasi tutta la strumentazione presente nello studio. Per cui ci siamo fermati e ripresi dallo shock abbiamo organizzato un crowdfunding per cercare di ripartire immediatamente almeno con le date dal vivo. Per fortuna la solidarietà è stata enorme e stiamo pian pianino ricomprando la strumentazione. Uno dei bonus che davamo a chi partecipava alla raccolta fondi è un brano inedito chiamato “The Frown” che abbiamo registrato per l'occasione presso il Green Fog Studio di Genova da Mattia Cominotto, che ha registrato anche tutti i lavori dei Gandhi's Gunn. Contiamo di registrare in primavera con la speranza di uscire entro il 2014 con il nuovo album.

In esso porterete dei cambiamenti stilistici al vostro sound? 
Ogni canzone ha dei cambiamenti stilistici rispetto alle altre. Se ascolti “The Longer” troverai sintetizzatori, sitar, atmosfere folk, parti più metal o noise. Il territorio di riferimento sarà sempre quello e sicuramente ci saranno brani di impatto ma siamo i primi a sorprenderci di dove vanno a finire i nostri riff iniziali. Quello che oggi è un brano alla Sleep magari domani suonerà come Tom Waits!

Io vi ringrazio e lascio la conclusione a voi…… buona barba a tutti! 
Vi consigliamo di seguirci sulla nostra pagina Facebook (https://www.facebook.com/isaakband) per tutte le novità sulle date e su tutto quello che rotea intorno al mondo Isaak!!! Buona barba a tutti voi!!! Non fatevi del male: non tagliatela!!!




Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...