venerdì 9 dicembre 2011

RAMESSES: Misanhtropic Alchemy

SLUDGE - STONER - DOOM
Se "We Will Lead You To Glorious Time" (2004) è per determinati motivi la rifrazione di un lavoro la cui dedizione ha lasciato alcune perplessità, con questo disco, editato e pubblicato nel 2007, i Ramesses confermano line-up, capre (o capretti?) ma anche cavoli: amari per la precisione, in quanto non c'è dubbio alcuno sul fatto che ci si trovi di fronte ad uno studio sulle sonorità che batte, dispiace quasi a dirlo, il precedente operato. Questo nuovo cd suona parecchio più accurato rispetto al precedente e per così dire, accontenta tutti. Greening e Bagshaw (ex- Electric Wizard) sta volta fanno i reduci, ma lo fanno con onore di causa, donando dapprima a se stessi, ma secondariamente e in forma più importante alla propria creatura mostruosamente Doom, una leva più infernale e di piacevoliSSimo ascolto.
Come già esplicitato nella recensione della loro prima registrazione, anche quì i legami con il passato sono riscontrabili sotto forma di allucinazione derivata da allucinazione: un terrorifico habitat in cui la nebbia di Dorset, con i suoi boschi desolanti, riesce a penetrare le membra dell'audio sino a compiacerle, adularle e poi seviziarle, come in un macabro rituale "sabbatthiano" in cui gli acidi prendono posto accanto alla marijuana, specchiandosi in un miscuglio orgiastico di urla e samples di voci (rigorosamente prese in prestito da film horror anni 70-80, ah la tradizione..) e alle quali non resta che abbandonarsi sino alla fine dell'ultima traccia. La composizione questa volta ha decisamente la meglio, notando l'attenzione con cui i tre si pongono l'interrogativo primo di affidare non più al solo muro di chitarre, ma anche alla sfumatura tutta del sound (con arpeggi distorti mooolto sabbatthiani) la purificazione di una sonorità che ben poco ha di puro, ma che sta volta è ben pregna di misticismo e lisergicità. La voce di Richardson, spesso growleggia, a volte sussurra parabole disaffettive e quasi sempre compete con i sopracitati samples, lasciando un più che convincente retrogusto la cui pesantezza e indigesta fattura niente hanno a che vedere con i nauseabondi urlacci nu-metal e/o cross-over (?). Un vero e proprio soundtrack il loro, volto a canzonare quello che è lo stato attuale della provincia inglese (e perchèno, a tratti a noi molto simile in taluni casi) fatta di desolazione industriale, parcheggi desertici, centri commerciali e perdizione tutta. Un disegno sociale che viene questa volta ben interpretato dai tre menestrelli di Satana e specialmente ben riprodotto sotto forma di ciò che l'orecchio ben riesce ad intendere. E' poi speciale quella che è la sintonia verso cui i tre si spingono, brano dopo brano, conducendoci per mano verso deserti esistenziali che sembrano conoscere decisamente bene e verso i quali chiunque a mio avviso riscontrerebbe molta (poco) equivoca famigliarità. Ancora indecisi? Peccato, perchè devo dire che questa è roba che merita come minimo un accenno di rispetto, anche se particolarmente pachidermica per alcuni, ma che ha il grandissimo pregio di saper risuonare originale, intendendo per questo aggettivo, la rara capacità di sapere figurare nel logo della band o nel nome stesso, il proprio suono, come un marchio di fabbrica a cui pochi rimangono veramente affezionati.
In conclusione: quelle che sono le aspettative lasciate nel limbo dell'album passato, vengono materialmente bruciate da questo bel lavoro che ho scoperto con grande piacere avere un forte seguito soprattutto in patria e nell'europa continentale tutta (o quasi). Perchè questo spassionato ed apparentemente scontato parere? Ma è molto facile: perchè non sono molte le band come questa, ovvero line-up che abbiano la capacità di saper trasportare l'ascoltatore verso mondi allucinogeni e psicopatici senza fare neanche un passo dal proprio appartamento.

La speranza ultima è infine quella di aspettare che in molti seguano l'esempio e la luciferina (quanto scherzosa) metrica da questi tre applicata e reinventata, al fine di evitarci numerose fatiche intellettuali verso aborti musicali che oramai corroborano le nostre menti sino al parossismo più insensato.
Datevi da fare, oh settari di tutto il mondo, cercatelo e scaricatelo.. non si sa mai che la fatina dell'oppio vi arrechi danni o paste sotto il cuscino..


TRACKLIST

1. Ramesses Part 1 

2. Ramesses Part 3

3. Lords Misrule

4. Coat Of Arms

5. Terrordactyl

6. Before The Jackals

7. Earth Must Die              

Info:
Type: Full-length
Release date: April 30th, 2007
Label: Feto Records
 
 
RAMESSES PART I
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